La scrittura che non c’è più

“Cara madre, tanti auguri per il santo Natale” questo era l’incipit della letterina di Natale che Tommasino inizia a leggere prima che la famiglia si metta a tavola nella commedia “Natale in casa Cupiello” capolavoro di Eduardo de Filippo. Scritta negli anni trenta, nella scena si rappresenta una consuetudine alla quale  nessuna famiglia abbiente si sottraeva nella giornata della festività più importante per la cristianità. Qualche settimana prima della festa, la letterina dei buoni propositi, rigorosamente indirizzata ai genitori, veniva preparata dietro incoraggiamento e complicità di nonni o zii, per far ciò occorreva acquistare lettera e busta, di tutto l’occorrente si trovavano cartolerie ben fornite dove l’unico imbarazzo era la scelta del soggetto che impreziosiva il foglio di carta, mangiatoie, angioletti, cammelli, stelle comete si sprecavano. Nella sua elementare ingenuità questa pratica era utile per far fare ai piccoli scrivani un esame di coscienza al quale seguiva un progetto di buoni intenti. Con il trascorrere del tempo, col cambiare delle abitudini, halloween, black friday, albero di natale, questa sana tradizione si è pian piano perduta. Altra abitudine ormai scomparsa, dopo l’abolizione del servizio militare obbligatorio, la spedizione di cartoline, spesso umoristiche, che serviva a mantenere una presenza virtuale del coscritto presso parenti ed amici. Anche il soggiorno presso stazioni termali o turistiche erano motivo di invio di cartoline con brevi note e saluti. In periodo era consueto trovare, in numerosi esercizi commerciali, espositori ricchi di cartoline per tutti i gusti. Per favorire questo non indifferente flusso di manoscritti, edifici come quelli delle Poste, Stazioni ferroviarie e marittime, banche, alberghi, enti istituzionali ma anche navi per lunghe traversate, persino il mitico dirigibile LZ 129 Hindenburg, allestivano e mantenevano comode sale scrittura che giornalmente personale addetto riforniva di quanto necessario: inchiostro, carta, carta assorbente, pennini. Questo universo è scomparso con l’avvento di internet, telefonini, email, sms, whatsapp, penne grafometriche, che hanno mandato in soffitta questo mondo che ritrova il suo fascino attraverso i collezionisti, di altro non resta che: “il ticchettio dei polpastrelli sul cellulare: parole scritte sulla sabbia della vacua frenesia di oggi”.


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