EDITORIALE

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Eccoci giunti alla seconda metà di marzo, all’attualità nel mondo che riguarda l’Islam, il Ramadan mussulmano, il Profeta Maometto, il Corano.

Ben 33 anni sono trascorsi da quando, nel 1991, intrapresi la decisione di recarmi nella penisola araba qui raffigurata, di oltre 2.400.000 km2.

Il volo diretto delle linee reali saudite da Roma a Riyadh, con breve sosta a Gedda, città sacra dell’Islam a qualche chilometro da Medina. Sede della Mecca, sede di preghiera per il mondo mussulmano. Viaggio organizzato in collaborazione di Poste Italiane e la volontà della Contessa Maria Fede Caproni sempre attiva con il mondo dell’Aeronautica.

Visto ottenuto in Ambasciata a Roma con l’oggetto della corrispondenza in Sud Arabia e, in particolare, durante il “cessate il fuoco” in Kuwait da parte dell’iracheno Saddam e la eventuale promessa della divisa di un soldato iracheno sul terreno kuwaitiano da portare al museo Caproni di Trento.

Ampio articolo è stato da me pubblicato, a questo proposito, in più pagine, sul periodico “Il Giornale Filatelico Italiano” N° 86 del maggio 1991, da me diretto, in quel periodo, a Milano.

Il governo del Kuwait era ancora ospite presso la propria ambasciata di Riyadh e, dove io dimoravo per una settimana, nell’Hotel Sheraton. Da alcuni funzionari apprendevo che gli occupanti iracheni, oltre aver depredato il Paese di ogni bene, si erano impossessati del denaro e dei francobolli che il Governo prossimo metterà “fuori corso” così come il denaro.

Per iniziativa del Comando Militare U.S.A. il servizio postale distribuiva, gratuitamente ai militari, al loro rientro in sede, una busta (qui riprodotta) dove poteva essere inserita corrispondenza diretta ai propri famigliari. Corrispondenza che partiva quasi giornalmente con aerei diretti negli Stati Uniti d’America.

L’Italia è stata l’unica nazione che ha propagandato postalmente, per alcuni mesi, la “Solidarietà ai militari alleati del Golfo”, come da pubblicità in rettangolo a lato del francobollo su cartolina.

Raggiungendo con l’elicottero USA Kuwait City, insieme ai militari, mi resi conto del raccapricciante susseguirsi di scene strazianti e di devastazioni. Scene che percorsi a bordo di una Jeep di servizio militare statunitense. Documento postale che mi permise di avere informazioni sulla legittimità, ed eventuale censura, direttamente al Pentagono di Washington nel 1992.