L’immagine di Gesù Cristo riprodotta in copertina è, grazie al mio amico Sandro Sassoli, dell’architetto Giampiero ENA dell’Accademia Artistica di Roma. Sopra l’anno 2000-33, la scritta Gesù è in antico aramaico (scrittura della vecchia Palestina).
La ricorrenza dell’anno 2033 riguarda i duemila anni trascorsi dalla morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
Ricorrenza storica che coinvolge l’intera umanità. L’immagine mostra il volto di Gesù come appare sulla Sindone con una intensità di colori dal bianco/nero al magenta. Commemorazioni che hanno già avuto inizio nel 2023. Decennale con iniziative artistiche, culturali, mostre e, io scrivente che mi pongo la domanda: quando inizia l’anno zero?
In occasione del Giubileo 2000, per l’avvento del terzo millennio, la chiesa cattolica, nello stilare il calendario delle celebrazioni, stabilì che il primo giorno del nuovo millennio fosse dichiarato il primo gennaio 2001.
Si riporta un riquadro del calendario gregoriano usato dal Vaticano che ormai viene utilizzato nel mondo per fini civili e date di calendario che valgono dal 1900 al 2099.
Elenchiamo alcune date certe bibliche e riportate annualmente dal Calendario Vaticano di cui si riporta una pagina della edizione 2024 di venerdì 21 giugno 2024.
In merito alla Sindone di Torino di cui una foto del 1925 appartenente alla nostra biblioteca.
Sindone (latino: sindon – greco: sindón = panno di lino) tessuto di fine lino usato dagli antichi greci. Le prime notizie certe e documentate sulla Sindone di Torino sono della metà del 1300 alla sua comparsa in Francia a Lirey. Nel 1694 essa venne portata nell’imponente doppio altare centrale, progettato da Antonio Bertola, all’interno della cappella del Guarini dove ancora si trova (in foto). Nel marzo 1983, per disposizione testamentaria di Re Umberto I, la Sindone è stata donata all’Italia.
A settembre 1978 sia la Repubblica di San Marino (in foto), che l’Italia, ne celebrarono il 400° Anniversario della traslazione con l’emissione di un intero e di un francobollo con bollettino di cui si riportano foto e testo di Monsignor Giulio Ricci.
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