Affrettati con calma

di Gabriele Guglielmi

Non si tratta di una gara con un mezzo prescelto della nostra abilità di guida, ma purtroppo di una nostra maniera di vivere che ci fa correre inutilmente di più in ogni attività. C’è un modo per cambiare, per difendersi: rallentare la nostra frenetica quotidianità perché rallentare è amare intensamente la vita e onorarla in ogni istante. Rallentare è uno stile di vita. Siamo purtroppo vittime di continue sollecitazioni della nostra società dei consumi che ci spinge ad essere frenetici, a voler sempre possedere qualcosa, a consumare noi stessi. Per riprendere in mano le nostre esistenze e aumentare il tempo e lo spazio dedicato alle relazioni con gli altri, occorre saper dosare il proprio ritmo.

Ci aiuta in tal senso un ossimoro consegnatoci dai nostri antenati latini festina lente: affrettati con calma.

L’ossimoro che accosta due termini di per sé contrari, è citato da Svetonio e fu fatto proprio dal grande editore e tipografo Aldo Manuzio per cui il citato motto festina lente diventa un motto aldino. In fondo è possibile vivere bene nel proprio tempo: occorre prendere il tempo per vivere. Il tempo è un ambito infinito nel quale succedono gli eventi: l’unico tempo su cui abbiamo il potere di agire è il tempo percepito: soggettivo, individuale, variante da un istante all’altro, può essere il nostro alleato indispensabile per imparare a rallentare ed evitare ogni forma di ansia. Diamo al tempo la possibilità di svilupparsi, lo spazio per emergere perché soltanto così troveremo la nostra collocazione, saremo al posto giusto e coerenti con quello che siamo e riusciremo a soddisfare le nostre aspirazioni. La storia dell’ossimoro, attribuito all’imperatore Augusto, e che può sembrare un paradosso ed un beffardo non senso, è un monito dell’antica saggezza che non a caso è arrivato fino a noi: prima di intraprendere con troppa sollecitudine un’impresa, è necessario rivalutare attentamente costi e benefici. Il veneziano Aldo Manuzio, attraverso le sue diffuse edizioni, ha propagandato il motto adottando come marca tipografica un delfino avvinto ad un’ancora (velocità e ponderazione). Fra i casati europei che hanno adottato il motto, furono i Medici attraverso Cosimo I, nipote di Lorenzo il magnifico, facendone il simbolo della propria flotta commerciale: la tartaruga sormontata da una vela. Ma la saggezza antica è arrivata fino ai nostri giorni nel cuore dell’Europa, nei tormentati Balcani: a Sarajevo il 20 dicembre 2012 è stato inaugurato sul fiume Miljacka il ponte turistico denominato festina lente, moderna ed ardita pedanca a circa 38 metri di altezza con possibilità di sosta all’interno, frutto di un concorso del 2007 a cui hanno partecipato tre giovani designer bosniaci (*) e soggetto filatelico della locale organizzazione postale. Rivendicare a se stessi il proprio tempo (come diceva Seneca) è il primo passo – dovunque e sempre – per vivere meglio. (*) I tre studenti dell’Accademia di Belle Arti sono stati: Adnan Alagic, Amila Hrustic e Bojana Kanlic.


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