La Dichiarazione di Roma del 28 maggio 2002, firmata al summit NATO-Russia di Pratica di Mare, e organizzata dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, segnò un’importante tappa nella normalizzazione dei rapporti tra Mosca e l’Alleanza Atlantica, anche se non riuscì a impedire il successivo deterioramento delle relazioni, oggi sfociate in aperta ostilità.
Il documento migliorava il NATO-Russia Founding Act del 1997, rafforzando la cooperazione su sicurezza, anti-terrorismo e controllo degli armamenti, e istituiva il Consiglio NATO-Russia (20 membri) per favorire il dialogo. Non prevedeva l’ingresso della Russia nella NATO senza però escludere l’allargamento dell’Alleanza.
Il mancato accordo sulla sicurezza russa e la crescente tensione tra le parti portarono al ritorno dello scontro, culminato con il discorso di Vladimir Putin del 2007, la guerra in Georgia nel 2008 e, infine, l’invasione dell’Ucraina nel 2022.
Il conflitto in Ucraina oggi, a più di tre anni dall’inizio, si sta spostando sempre più sul piano diplomatico. Gli Stati Uniti, con il nuovo presidente, Donald Trump, stanno accelerando i negoziati, coinvolgendo separatamente Kiev e Mosca, per un cessate il fuoco entro il 20 aprile, data simbolica, quando cadranno sia la Pasqua cattolica che quella ortodossa. Tuttavia, l’Occidente si è diviso: Trump ha assunto il ruolo di mediatore, mentre l’Unione europea è rimasta più isolata nel sostegno all’Ucraina.
Gli Stati Uniti si aspettano “progressi concreti”, con particolare attenzione a una tregua sui movimenti navali nel Mar Nero, considerata un possibile primo passo verso un cessate il fuoco più ampio. Nel frattempo, l’Ucraina ha discusso con la Russia una tregua limitata di 30 giorni per i siti energetici.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito “produttivi” i colloqui avuti con gli USA, il 23 marzo, ribadendo, tuttavia, la necessità di fare pressione su Vladimir Putin per fermare la guerra, che secondo lui dipende esclusivamente dalla Russia.
Questione centrale è il mantenimento della pace. Mosca escludendo la presenza di truppe NATO, apre implicitamente alla possibilità di una missione ONU.
Il modello degli accordi di Minsk del 2015, falliti nel prevenire il conflitto, dimostra le difficoltà nel garantire una pace duratura.
L’Ucraina, in difficoltà sia sul piano militare che diplomatico, chiede garanzie forti, comprese quelle politiche, per evitare un nuovo conflitto. Il Cremlino insiste sulla neutralità di Kiev, rifiutando l’ingresso nella NATO, mentre la possibilità di adesione all’UE resta sul tavolo, come già delineato negli accordi di Istanbul del 2022.
I negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina sono proseguiti lunedì 24 marzo, dopo le discussioni tra USA e Ucraina, con colloqui tra delegazioni statunitensi e russe in Arabia Saudita. Ma le trattative sono “difficili”, rimangono irrisolti i temi del cessate il fuoco, delle reti energetiche e della sicurezza della navigazione nel Mar Nero. Donald Trump ha menzionato discussioni su confini territoriali e centrali nucleari, inclusa Zaporizhzhia. Il team tecnico americano tenta di facilitare una cessazione parziale delle ostilità, ma Mosca accusa l’Ucraina di violazioni del cessate il fuoco, accuse respinte da Kiev. Anche la tregua nel Mar Nero è stata discussa, ma senza risultati concreti.
A Parigi, intanto, è già previsto a fine marzo un “vertice della coalizione dei volenterosi” con la partecipazione del presidente ucraino Zelensky per decidere sul sostegno europeo per proteggere la pace in Ucraina, qualora questa venisse stipulata con l’aggressore russo. Mentre l’Italia ribadisce che non manderà soldati nell’ex repubblica sovietica se non sotto l’egida Onu.
The Rome Declaration of 28 May 2002, signed at the NATO-Russia summit in Pratica di Mare, organized by the then italian Prime Minister Silvio Berlusconi, marked a key step in normalising relations between Moscow and NATO, though it failed to prevent later deterioration. It enhanced the 1997 NATO-Russia Founding Act, strengthening cooperation on security, counterterrorism, and arms control, and established the NATO-Russia Council (20 members) to foster dialogue. However, it did not grant Russia NATO membership nor prevent the Alliance’s expansion. Rising tensions led to renewed conflict, including Putin’s 2007 speech, the 2008 Georgia war, and the 2022 Ukraine invasion. Now, over three years into the war, diplomatic efforts are increasing. The US, under President Trump, is pushing for a ceasefire by 20 April, but European Union is strained. Talks focus on a naval truce in the Black Sea and a 30-day energy site ceasefire. Ukraine demands strong security guarantees, while Russia insists on Kyiv’s neutrality. US-Russia negotiations continue, but key issues like territorial borders and nuclear safety remain unresolved. A European summit in Paris will address future support for Ukraine’s peace efforts.
Lascia un commento