… Il Papa che amava il calcio
di Domenico Ruggiero
Lo scorso Lunedì dell’Angelo Papa Francesco “è tornato alla Casa del Padre”.
Ci lascia un Papa che non ha mai nascosto la sua passione per il calcio, da Lui definito: “lo Sport più bello del mondo”. Ci lascia un Papa che più volte ha esortato i responsabili del calcio vaticano a perseverare per la strada intrapresa più di cinquanta anni or sono a favore dell’aggregazione dopolavoristica tra lavoratori dipendenti da Amministrazioni della Santa Sede: «Quando viaggiate per solidarietà voi siete chiamati a testimoniare il vostro legame con la Santa Sede. Nel fare squadra o nel collaborare, lo sport diviene metafora di vita, andate avanti con forza interiore».
Il Vostro insegnamento, Padre Santo, è stato di conforto e di sprone per tutti:
“Lo sport può contribuire alla maturazione dello spirito. In modo particolare tre regole fondamentali per l’atleta: l’allenamento, la disciplina, la motivazione.
Allenamento che è fatica, sudore, sacrificio. Alla base di questo c’è la passione per il proprio sport. Una passione gratuita, quella che si chiama “amatoriale”, da amateur, che esprime proprio l’amore per una certa attività. In italiano “dilettante”, che ha assunto un senso a volte riduttivo, ma che deriva da “diletto”, cioè dal piacere con cui si fa un’attività. Se c’è questo atteggiamento la competizione è sana, altrimenti se prevalgono gli interessi di vario tipo, la competizione si guasta, a volte può addirittura corrompersi, l’amatorialità è decisiva nello sport.
C’è poi la disciplina, che è un aspetto dell’educazione, della formazione. Un atleta disciplinato non è solo uno che osserva le regole. Certo questo è importante, deve esserci. Ma disciplina richiama “discepolo” cioè uno che vuole imparare, che non si sente arrivato. Il vero sportivo cerca sempre di imparare, di crescere di migliorarsi, di imparare a dominarsi e a correggere l’impulsività che tutti abbiamo.
Infine la motivazione. San Paolo scrive: «ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede» (2Tm 4,7). È il suggello perfetto dell’adesione alla chiamata anche per uno sportivo. In una gara, ciò che dà la spinta, che porta ad un buon risultato è la motivazione, cioè una forza interiore.
La verifica non si fa sul risultato numerico, ma su come siamo stati fedeli e coerenti alla nostra chiamata”.
Padre Santo, ogni volta concludevi gli incontri così: «Di cuore vi benedico, voi e i vostri cari. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie».
Noi non ci siamo dimenticati e non lo dimenticheremo. Continueremo a pregare per Voi Santità, nella certezza che dal Paradiso un “Amateur” dello sport più bello del mondo, intercederà per noi sportivi e per le nostre famiglie. Grazie Papa Francesco.
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