Un’altra dimensione

I popoli primitivi vivono una forte percezione dell’invisibile. I Pellerossa o Indiani d’America invocano spesso il Grande Spirito che sentono presente in ogni aspetto della loro esistenza ed al quale si rivolgono perché la caccia sia fruttuosa e la stagione meteorologica sopportabile per il vivere quotidiano. Sostano in momenti di intensa meditazione che può definirsi preghiera ed attendono il mutare degli eventi in posizione mistica surreale.

Alcuni artisti di fama internazionale hanno dipinto immagini che sorpassano la realtà e sono stati definiti Metafisici per una forte apprensione per l’esistenza: famoso in tal senso Giorgio De Chirico (1888/1978) che nei suoi dipinti si esprime con Enigmi, un senso di vastità, di solitudine e di immobilità con cui si astrae in una autentica atmosfera di sogno. Nei suoi spazi la distanza non esiste: uno stato X che può trovarsi di là nell’oggetto dipinto e al di qua statue con visi senza volto, indefiniti e immagini allusive classicheggianti, una realtà che sembra celarsi all’osservatore oltre il mondo formale con una inquietante estraneità.

L’enigma principale è il viaggio dell’esistenza di ciascun uomo – eterno Ulisse – per cui ogni cosa assume un carattere misterioso ed in tal senso è presente una continua emozione che esclude la necessità di capire.

La vita di De Chirico è silente con continue sorprese alternate ad una misteriosa malinconia in cui aspira a svelare il futuro. Il suo mondo magico è surreale e negli anni ’30 del ventesimo secolo l’artista subisce un richiamo all’ordine romantico che si afferma in tutta l’Europa e nei successivi anni ’40 partecipa alla polemica contro la pittura modernista realizzando qualche opera di sapore letterario e comprensibile a chiunque.

Attraverso i suoi numerosi autoritratti ritorna con divertita ironia al classico dimostrando di credere nei valori tradizionali ma temendo soprattutto una scarsa comprensione delle sue principali opere molto originali, astratte, in cui è riuscito ad interpretare il trascendente e la dimensione ultraterrena della vita. A suo modo egli è un credente con un grande bagaglio di cultura raccolta nei vari Paesi europei e nella partecipazione alle mostre delle sue opere in America e nell’Estremo Oriente.

La staticità di De Chirico può sembrare bizzarra ma a ben osservare, le sue immagini sono ferme con muti sfondi architettonici classici che sembrano predire la fine di un’era: principio di nuovo stile di vita ed una totale rimozione del passato.

È ora di cambiare? Forse il cambiamento è già in atto.

Il compito di noi osservatori è assecondare il cambiamento scegliendo la giusta direzione ed interpretando il trascendente nel nostro intimo perché “ciò che parla all’anima sfugge ad ogni misurazione” (Alex Von Humboldt 1769-1859 scienziato ed esploratore).

Nei quadri di De Chirico una dimensione impalpabile ci circonda e costruisce in noi un senso di incredulità: situazioni imprevedibili sconvolgono alcune certezze per cui accettiamo quei messaggi travestiti che mettono in dubbio la nostra superbia tecnologia. Dobbiamo avere una diversa visione del quotidiano: entrare con Fede in un altro mondo.

Dal punto di vista delle scienze fisiche Giorgio De Chirico è riuscito a descrivere l’impercettibile: l’antimateria mistero dell’universo ancora senza risposta: l’artista ci fa osservare la realtà in una nuova diversa luce: è un’altra dimensione.


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